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A volte la fortuna … (Racconto liberamente tratto da una vicenda accaduta ad un’amica)

L’altro pomeriggio, appena rientrata dal lavoro, mi è corsa incontro la piccola con aria un po’ preoccupata: “Mamma ho un problema”.

“Dimmi che è successo?”

“Ho bisogno di un calendario, ma non di tutto il calendario, solo del mese di dicembre perché ho deciso che devo scrivere ogni giorno una frase”.

Non ho ben capito cosa intendesse: “Vorresti il calendario dell’Avvento?”

“No, in quei calendari tu apri le finestre e trovi qualcosa, io non voglio trovare sorprese, voglio scrivere!”

Poi mi ha indicato il calendario che abbiamo appeso in cucina: “Ecco lo voglio così, ma voi lo avete già scritto …”.  Era vero, di solito annotiamo lì tutti gli appuntamenti e le scadenze.

Non trovando immediatamente una soluzione le ho risposto: “Domani chiediamo a nonna se le è rimasto un calendario”.

Lei mi ha guardato un po’ triste e ha concluso: “Va bene, domani, adesso vado a finire i compiti”.

Ho pensato alla cena e ho aperto il frigo… il vuoto, avevo dimenticato di fare la spesa prima di rientrare.

Così ho preso di nuovo la macchina e sono andata al supermercato, c’erano solo un paio di persone e ho comprato in fretta l’essenziale. Mentre rientravo ho pensato a come risolvere il problema: certamente anche mia madre, che annota sempre tutto sul calendario, non avrebbe potuto aiutarmi.

Allora sono tornata in centro e sono entrata nella prima cartoleria che ho trovato aperta. Non ero mai stata lì, di solito vado nella cartoleria vicino alla scuola che è da tutt’altra parte.

Non c’era nessuno nel negozio ma, mentre stavo per uscire, è spuntata da dietro il banco una signora. Aveva un grembiule che assomigliava a quello dei bidelli delle elementari, quando andavo a scuola io, doveva essere nero ma si era scolorito con il tempo ed era diventato di un grigio opaco come il cielo nelle notti di pioggia. Però le stava bene, anche i suoi capelli erano grigi, il viso bianchissimo e mi guardava con aria attenta.

Ho pensato di provare a spiegarle che mi serviva un calendario, andava bene anche un calendario dell’Avvento ma doveva esserci spazio per scrivere.

Lei è rimasta in silenzio un attimo poi, con aria sconsolata, mi ha detto che aveva rimasto solo un calendario con delle spille per capelli come sorprese … ma non andava bene, non si poteva scrivere.

L’ho ringraziata comunque e mi sono avviata verso la porta. La signora immprovvisamente mi ha detto a voce alta: “Aspetti un attimo” ed è sparita dietro una porticina.

Dopo qualche minuto è rispuntata con in mano due calendari nuovi dell’anno che sta per finire, uno quadrato e l’altro rettangolare: “Uno di questi può andare?”

“Sì” le ho risposto, “sì uno dei due va benissimo”. Allora lei mi ha sorriso e ha detto: “Li prenda, glieli regalo, così sua figlia potrà anche scegliere, nessuno a dicembre mi chiederà più calendari di quest’anno”.

L’ho ringraziata tanto e sono uscita. Mentre tornavo a casa ho pensato che se avessi potuto l’avrei abbracciata ma, al di là della pandemia, credo che mi avrebbe preso per matta … non si abbracciano gli sconosciuti!